Quella che il lettore troverà qui sotto è la traduzione dell’intervista a due dirigenti ucraini del “Movimento sociale”, intervistati dal quotidiano «Lucha internacionalista» in occasione di un incontro avvenuto a Kiev. L’articolo è stato pubblicato nel supplemento di giugno del giornale sopra citato e leggibile in castigliano cliccando qui. Nei prossimi giorni seguirà la pubblicazione dell’articolo di chiarimento prodotto dalla Uit-Ci (Unione internazionale dei lavoratori – Quarta internazionale e leggibile qui o cliccando sul link in fondo all’articolo) riguardo alcune posizioni espresse da Vitali Dudin e Zakhar Popovich. Nonostante alcuni elementi divergenti tra Uit-Ci e “Movimento sociale”, così come pure per chi ha tradotto quest’intervista, abbiamo ritenuto interessante e utile al dibattito proporre una voce interna alla complessa galassia della sinistra ucraina, stante la difficile e complicata fase attuale tanto per l’Ucraina quanto per il continente europeo. (marco piccinelli)
Intervista con Vitali Dudin e Zakhar Popovich del “Movimento sociale” (Sotsialnyi Rukh)
«La sinistra in Ucraina si sta costruendo lottando per l’indipendenza e per i diritti sociali»
Vitali Dudin e Zakhar Popovich sono membri della segreteria del “Movimento Sociale” dell’Ucraina (Sotsialnyi Rukh), un’organizzazione della sinistra rivoluzionaria che si batte per la giustizia sociale, per la democrazia radicale, contro il governo neoliberista di Zelensky e che ora partecipa alla resistenza contro l’invasione russa. Li abbiamo intervistati lo scorso 1 maggio a L’viv (Ucraina).
Qual è la situazione attuale riguardo l’invasione russa che si sta concentrando nell’Est del paese? Credi che Putin si possa accontentare del Donbass?
«L’Ucraina subisce la guerra più distruttiva d’Europa dalla Seconda Guerra mondiale. Intere città come Mariupol (e altre nell’est) sono state rase al suolo. Grazie alle forze armate ucraine, la regione di Kiev e quella di Chernihiv sono state liberate, ma c’è ancora il rischio di attacchi alle grandi città della classe operaia come Zaporizhzhia [Zaporož´e] o Kryvy Rih [Krivoj Rog]. L’Ucraina ha perso i suoi porti nel sud, ha un difficile accesso al Mar Nero e non ne possiede più uno nel Mar d’Azov: dopo due mesi di guerra ha perso molte vite umane (si enumerano nel conto delle migliaia) e molte infrastrutture necessarie al proprio sviluppo.
La resistenza del popolo ucraino ha sorpreso tutto il mondo. Secondo te quali sono le motivazioni?
«Penso che la motivazione principale sia da ricercare nella forte giustificazione morale che abbiamo per difendere la nostra terra: la gente sa che si combatte “a casa” e che questa guerra è del tutto ingiustificata. La guerra è contro l’esistenza stessa del popolo ucraino come popolo indipendente. È una minaccia esistenziale nei confronti del popolo ucraino: è il genocidio che abbiamo visto a Bucha o a Irpin. E quando vediamo gli argomenti della propaganda russa, appare chiaro che uno degli obiettivi in atto sia quello di distruggere il popolo ucraino. Credo che il loro obiettivo politico sia subordinare il nostro popolo, distruggerne la sovranità, rendendolo dipendente da Mosca. Ma a causa della grande resistenza del popolo ucraino questo piano è fallito. In questa fase l’esercito russo ha dovuto concentrarsi sul Donbass, a Kherson, Kharkiv [Karkov] e Zaporizhzhia [Zaporož´e].
Zakhar Popović: Molti sono stati sorpresi dall’efficacia della resistenza ucraina: il loro errore è non aver compresoche la Russia non è l’Urss. È vero che la Russia ha un esercito molto potente, ma è anche vero che l’Ucraina ha ereditato una parte significativa del potenziale umano, scientifico, tecnologico e militare sovietico».
La sinistra internazionale è molto divisa riguardo la resistenza ucraina e solo una parte ne appoggia la resistenza contro l’invasione russa. Si è verificata la medesima tendenza nella sinistra ucraina?
«La nostra organizzazione, Movimento sociale, è nata dopo la “rivolta della dignità” di Piazza Maidan nel 2013-2014. Da quel momento la nostra società è del tutto cambiata: i partiti filorussi sono scomparsi dapprima a causa della loro crisi organizzativa, successivamente a causa di misure [restrittive del Governo ucraino] come la messa al bando del Partito Comunista nel 2015. A causa dei loro legami con il Cremlino [1], non hanno avuto il sostegno popolare [per la registrazione legale del partito politico]. Il Pc ucraino esiste ancora ma non può partecipare alle elezioni. Anche il Partito socialista ha subìto la medesima sorte e il governo Zelensky ha proceduto con le stesse misure riservate al partito comunista. Le organizzazioni di sinistra legate alla Russia sono crollate: ora la destra è la maggioranza, l’estrema destra è imponente, tuttavia la sinistra si sta costruendo: lottando per i diritti sociali e per un’Ucraina indipendente in modi diversi. Alcuni sono al fronte, altri si stanno adoperando nell’aiuto umanitario, altri ancora agiscono nella sfera politica.
Zakhar Popović. Personalmente mi rammarico che la maggior parte delle formazioni di sinistra siano scomparse dopo il 2014 perché, in un certo qual modo, rappresentavano le istanze di parte della classe operaia. Ma, sfortunatamente, avevano un carattere sciovinista russo e imperialista filo-russo: non potevano immaginare il socialismo senza l’impero russo. [In queste circostanze] era inevitabile che, con questa politica, avrebbero perso il sostegno popolare in Ucraina».
Avete denunciato il governo Zelensky per la legge sul lavoro durante la guerra e, parallelamente, avete denunciato lo status di illegalità di alcuni partiti.
«Per quel che ci riguarda, siamo una forza rivoluzionaria che vuole una trasformazione sociale radicale e una democratizzazione della società. Tuttavia, in questo momento, valutiamo la Costituzione ucraina come lo strumento di alcuni cambiamenti positivi e che garantisce alcuni diritti. Non siamo disposti a rinunciare ai nostri diritti del lavoro: con questa legge straordinaria adottata [dal Governo] il 15 marzo, ad esempio, si consente di tagliare i salari senza alcun rischio per il datore di lavoro. Quando parliamo di libertà politiche, però, ci dobbiamo chiarire: siamo contrari alla repressione per motivi politico-ideologici. Se qualcuno commette un crimine va giudicato correttamente, ma non c’è alcuna giustificazione per il decreto che è stato approvato: si tratta pur sempre di una forma di populismo sostenere che tutto ciò che è socialismo è sovrapponibile a una posizione cattiva o filorussa. Non supportiamo partiti borghesi che non sono realmente socialisti, ma non vediamo alcuna giustificazione per il fatto che non siano autorizzati a partecipare al sistema politico. Questo è il motivo per cui l’abbiamo chiarito nella nostra dichiarazione: [non importata che alcuni partiti non siano] socialisti o internazionalisti ma questo decreto [che non lo permette], è ingiusto.
Zakhar Popović. Sono certamente piccole questioni ma non importa: se non c’è procedura legale, questi partiti non saranno realmente rappresentativi».
Abbiamo visto manifestazioni in Russia contro la guerra, abbiamo assistito alla lotta dei partigiani in Bielorussia per frenare l’invasione russa. Qual è il vostro messaggio per tutti loro?
«Voglio mostrare la mia solidarietà a tutte queste persone che combattono contro il loro stesso governo al fine di fermare questa guerra iniziata dall’imperialismo russo. Non siamo contro il popolo russo, ma contro il regime russo filofascista, imperialista e oligarchico che ha trasformato il regime bielorusso in un satellite. Possiamo discutere circa la dimensione di queste proteste contro la guerra: sappiamo che è molto difficile organizzarle. Molte persone, infatti, [in Bielorussia o in Russia] supportano la propaganda sciovinista, forse perché atomizzati, individualizzati e non possono lottare per migliorare le loro condizioni sociali. Molti rimangono in silenzio, sperando che Putin migliori le loro vite in futuro. In questa fase non vediamo – in Russia – grandi proteste contro la guerra, tuttavia speriamo che un giorno possano venire a crearsi [tali condizioni]. La migliore garanzia della pace in Ucraina non sono i negoziati con il regime di Putin ma il suo rovesciamento da parte del popolo russo. Sulla Bielorussia, mi sembra che la gente non sostenga la guerra in Ucraina e che ora Lukaschenko deve procedere con molta più attenzione. Vorremmo che la solidarietà portasse la pace in Ucraina, anche se ovviamente sappiamo che non sarà facile».
Dici che è necessario costruire il socialismo. Quando parli con un lavoratore, come viene percepita l’idea del socialismo dopo tanti anni di oppressione dello stalinismo?
«C’è da dire che, certamente, è difficile essere socialisti in Ucraina, a causa della storia [recente]. Ecco perché stiamo cercando di costruire un nostro messaggio per raggiungere le persone.
In primo luogo, dobbiamo parlare delle attuali esigenze sociali della classe operaia e di una trasformazione politica ed economica globale e naturalmente lo chiamiamo socialismo, perché è la parola che meglio esprime ciò che deve essere fatto: proprietà sociale delle imprese, tasse elevate ai ricchi, controllo operaio delle imprese. In questa fase scriviamo e analizziamo soprattutto della situazione attuale, ma non abbiamo mai smesso di dire che il nostro obiettivo è il socialismo, altrimenti la gente ci confonderebbe con i partiti populisti che ancora esistono in Ucraina. Parliamo di tutela dei lavoratori oggi, ma diciamo che il futuro è nel socialismo [domani]. Quello che bisogna capire è che le idee socialiste sono nate in Ucraina con l’industrializzazione ed erano le più popolari negli anni venti del secolo scorso. Sono idee profondamente radicate nel popolo ucraino: non sono nate con l’Unione Sovietica.
Zakhar: Il fulcro del nostro programma politico era una dichiarazione che abbiamo pubblicato nel 2014 durante la rivolta della dignità [Piazza Majdan n.d.t.]. Ci siamo basati sulle “Tesi di aprile” di Lenin e sul “Programma di transizione” di Trotsky. In quella situazione di rivolta abbiamo cercato di formulare quelle stesse idee con parole nuove ed era estremamente popolare: la deoligarchizzazione del potere… In Ucraina il socialismo è screditato a causa dall’eredità sovietica ma le idee centrali sono popolari. La popolazione cerca alternative e noi cerchiamo di fornirle».
Che appello senti di dover fare alla classe operaia e alla sinistra internazionale?
«Compagni di tutto il mondo: sostenete l’Ucraina perché è nell’interesse della classe operaia internazionale. Non possono esserci diritti sociali o dignità umana in un mondo in cui un dittatore pazzo può iniziare una guerra globale. Anche se sostenete la richiesta di cancellazione del debito in Ucraina: può aiutare altri paesi.
Zakhar: È anche una misura contro l’imperialismo occidentale. Il debito è uno strumento per controllare i paesi più poveri».
[1] Organizzazioni filorusse afferenti a qualsiasi ideologia sono state bandite e poste nello stato di illegalità o semi-illegalità dai governi ucraini succedutisi dopo gli eventi di Piazza Majdan. C’è da dire che, sebbene si sia verificata una messa al bando “trasversale” le organizzazioni più colpite sono state proprio quelle comuniste e di sinistra radicale (partiti socialisti, comunisti, agrari). (m.p.)
Traduzione a cura di Marco Piccinelli. L’intervista è pubblicata su «Lucha Internacionalista» nel supplemento al numero di giugno 2022.
A questo link troverete l’articolo pubblicato nella pagina successiva di «Lucha internacionalista» che chiarisce le criticità e alcune posizioni espresse dagli esponenti del Movimento sociale:
Alcune riflessioni riguardo la politica del Movimento sociale – Trotskismo (quartainternazionale.it)
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